Le ultime novità sulla riforma degli ammortizzatori sociali

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Quali cambiamenti avrà la cassa integrazione? E come cambieranno le pensioni con la fine di Quota 100? Sono domande che si pongono i lavoratori italiani. Tra le riforme che fanno parte del Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza), legato ai finanziamenti europei del Recovery fund, ce n’è una serie che riguarda il mondo del lavoro.

Nella versione del Piano inviata al Parlamento non c’è più il salario minimo legale. Come riporta il sito del quotidiano Il Giorno, nelle bozze il Governo parla dell‘introduzione della misura “per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva nazionale, a garanzia di una retribuzione proporzionata alla quantita’ e qualita’ del lavoro svolto e idonea ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa” nell’ottica di un rafforzamento del sistema delle tutele del lavoro.

La riforma degli ammortizzatori sociali!

In ogni caso è confermata la riforma degli ammortizzatori sociali, per garantire a tutti i lavoratori la cassa integrazione, differenziandone durata ed estensione secondo le soglie dimensionali dell’impresa e tenendo conto delle caratteristiche settoriali, rafforzando le tutele contro disoccupazione e inoccupazione e aumentando le protezioni dei lavoratori precari. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi l’obiettivo è elaborare un sistema di tutele dedicate.

Oggi alcune categorie, come le imprese artigiane, o settori come il commercio non hanno accesso alla cassa integrazione ordinaria. Per questi settori infatti, a partire dalla crisi del 2008, sono stati introdotti meccanismi di cassa integrazione in deroga (che passano attraverso le Regioni) per poter accedere a forme di sostegno al reddito nel caso di crisi aziendali.

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