Le misure principali previste nella manovra del governo: da quota 100 a taglio delle pensioni d’oro

Le misure principali previste nella manovra del governo: da quota 100 a taglio delle pensioni d’oro

Superamento della Legge Fornero con Quota 100, reddito di cittadinanza, flat tax, taglio delle pensioni d’oro e pace fiscale tra le misure della prima manovra del governo gialloverde. I due partiti di maggioranza Lega-M5S hanno raggiunto l’intesa.  Uno dei primi impegni del contratto di governo è il blocco degli aumenti dell’IVA che
scattano il 1° gennaio 2019 (dal 10 all’11,5% per l’aliquota più bassa, dal 22 al 24% per quella più alta).

Al via Quota 100 da febbraio e taglio alle pensioni d’oro oltre i 4500 euro netti al mese.

Per quanto riguarda la Quota 100 sarà possibile lasciare il lavoro prima della soglia attualmente prevista per i trattamenti di vecchiaia (66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi sia per gli uomini che per le donne del settore pubblico e del settore privato) a patto di aver compiuto i 62 anni e aver maturato 38 anni di contributi.

La nuova misura previdenziale entrerà in vigore da febbraio, ovvero quando i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti richiesti potranno inviare la richiesta all’Inps. Il costo è di 7 miliardi di euro. Saranno quattro l’anno le finestre per andare in pensione, come scrive l’agenzia Radiocor. Si partirà da aprile 2019, poi luglio, ottobre e gennaio 2020.

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza il costo è di 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) a cui vanno aggiunti un miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l’impiego. L’attivazione della misura dovrebbe scattare in primavera. L’assegno da 780 euro, secondo quanto trapelato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito soltanto se si frequentano corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile.

Per quanto riguarda le pensioni d’oro, i tagli scatteranno dal primo gennaio e la sforbiciata potrebbe arrivare anche al 20% dell’importo, riguarderà i trattamenti Inps che superano la soglia dei 4.500 euro netti al mese (90mila lordi all’anno). L’incasso previsto per le casse dello stato ammontano ad 1 miliardo di euro in tre anni. Potrebbero esserci brutte notizie anche per i pensionati che hanno un assegno superiore ai 2.000-2.500 euro mensili, in quanto potrebbe essere previsto lo stop alle rivalutazioni e all’adeguamento all’inflazione.

Sulla «pace fiscale», il compromesso è stato raggiunto tra la Lega e M5S: lo sconto sul pagamento delle tasse dovute, oltre alla cancellazione di sanzioni e interessi, ci sarà. Si pagherà solamente il 20% sul maggior imponibile dichiarato.

Inoltre, si potrà chiudere il debito con una denuncia integrativa per somme che non potranno eccedere il 30% il reddito denunciato, e con un tetto di 100 mila euro. Con la manovra è prevista anche una nuova stretta alle norme penali relative ai reati fiscali.

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