Lavoro agile, cosa cambia dopo il 31 marzo 2022

Lavoro agile e Smart working nella PA, le linee guida di Brunetta

Lo smart working dovrà cambiare forma a partire dalla fine dello stato di emergenza. Questo a fronte della modalità con cui l’abbiamo conosciuto durante l’emergenza sanitaria, che si appresta ad essere chiusa alla fine di marzo. La legge dice che in tempi normali, quando terminerà lo stato di emergenza dovuto al coronavirus, oggi in vigore fino al 31 marzo, e che difficilmente sarà prorogato, tornerà a essere necessario un accordo individuale tra lavoratore e impresa.

Una via ibrida!

Come riporta il sito del Corriere della Sera, nell’ultimo protocollo le parti sociali — aziende e sindacati — hanno auspicato una semplificazione delle comunicazioni obbligatorie relative agli accordi individuali per favorire una nuova via “ibrida” al lavoro che presto diventerà prevalente. Non più solo lavoro in presenza, non solo lavoro da remoto. Nel pubblico impiego la transizione è già in atto. Dopo l’intervento delle linee guida del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, in effetti nel pubblico impiego gli accordi individuali sul lavoro agile stanno già partendo, benché ci sia ancora lo stato di emergenza.

È necessario un accordo individuale!

L’elemento chiave del protocollo sullo smart working firmato il 7 dicembre, ha scritto Rita Querzé sul Corriere, è che la legge che disciplina la materia – la numero 81 del 2017 – rimane il riferimento principale e non sarà modificata. La legge dice che in tempi ordinari, quando finirà lo stato di emergenza, tornerà a essere necessario un accordo individuale tra lavoratore e impresa. La norma lascia la possibilità nell’accordo di stabilire che il lavoro da casa venga svolto con pc e attrezzatura del lavoratore.

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