La tirchieria è reato per la Cassazione. Le novità dalla Suprema Corte

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Secondo la Corte di Cassazione un comportamento di risparmio estremo è più vicino all’ossessione che a una gestione economica oculata. Anzi una sentenza della Cassazione conferma la condanna del marito che ha costretto la donna a subire condizioni di risparmio domestico più vicini a maltrattamenti che a una sana economia domestica. Ecco perché essere “tirchi” è un reato secondo questa sentenza, ed ecco cosa rischia, secondo il sito Money.it, l’uomo per aver maltrattato la moglie nel contesto familiare e nella vita domestica.

Un comportamento tirchio!

La Cassazione ha confermato la condanna di un marito violento nei confronti della moglie con il suo comportamento “tirchio”. In realtà la sentenza della Cassazione include i comportamenti dell’uomo all’interno di quelli del “maltrattamento”. Sembra infatti che fosse l’uomo a decidere ogni aspetto della vita domestica e familiare, proprio come in una di quelle puntate di “Malati di risparmio”, ma con un tono di violenza domestica.

L’uomo decideva cosa comprare nei negozi, dove fare la spesa, quante volte lavarsi e come utilizzare l’acqua grigia in altri contesti, come l’acqua usata per pulirsi il viso per farsi la doccia. A questo ambiente familiare soffocante, con limitazioni all’acquisto e forzature comportamentali, si aggiungevano anche rimproveri e insulti nel momento in cui si usciva dagli schemi di risparmio patologico. Il reato di maltrattamento comporta una condanna da tre a sette anni di carcere, a cui si possono aggiungere una serie di aggravanti.

Clima di sopraffazione all’interno della famiglia!

In effetti la malattia del risparmio è stata accentuata nella figura del marito fino al raggiungimento di comportamenti accompagnati da modalità di controllo particolarmente afflittive, tanto che la donna era costretta buttare via gli scontrini, nasconde gli acquisti o costringere persone terze a mentire per lei. Per i magistrati la situazione è chiara: clima di sopraffazione e comportamenti vessatori. È una situazione che è andata peggiorando nel tempo e che da “risparmio domestico” è diventata sopraffazione. Nella sentenza si legge infatti che: “Tale stile di vita debba essere condiviso e non possa essere imposto, men che meno in quelle che sono le minimali e quotidiane esigenze di vita in casa e accudimento personale”.

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