La cassazione conferma il licenziamento di un lavoratore che usava la 104 per fare la spesa

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Risulta legittimo il licenziamento del lavoratore che sfrutta i giorni di permesso con la legge 104 per fare la spesa e andare al mare con la propria famiglia. È quanto stabilisce la Cassazione con una pronuncia datata 26 giugno che rigetta il ricorso di un dipendente licenziato da Poste Italiane spa, contro la decisione della Corte d’Appello di Bari.

Secondo quanto riporta la sentenza letta dall’AGI pubblicata su un sito specializzato in giustizia civile, e ripresa da Huffingtonpost, il lavoratore aveva ricevuto il 20 settembre 2007 la comunicazione del provvedimento in cui era evidenziato che aveva usufruito di giorni di permesso ai sensi della legge 104 del 1992 per assistere la madre, intrattenendo  attività incompatibili con l’assistenza, recandosi al mercato, poi al supermercato e infine al mare con la famiglia.

Non c’è lesione della privacy!

Nel ricorso, il dipendente ha invocato una presunta lesione della privacy in violazione dello Statuto dei lavoratori che vieta “controlli lesivi dei diritti inviolabili” e prevede che i lavoratori debbano essere “informati adeguatamente circa le modalità di esercizio del controllo”. Argomento bocciato perché “nel caso in disamina il controllo del lavoratore al di fuori del luogo di lavoro era consentito perchè finalizzato ad accertare l’utilizzo illecito del permesso”. Per i giudici l’assenza dal lavoro in base alla 104 “deve porsi in relazione diretta con lo scopo di assistenza al disabile, con la conseguenza che il comportamento del dipendente che si avvalga di tale beneficio per attendere a esigenze diverse integra l’abuso del diritto e viola i principi di correttezza e di buona fede, sia nei confronti del datore che dell’ente assicurativo, con rilevanza anche ai fini disciplinari”.

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