Ipotesi pensioni: da Quota 41 agli incentivi per chi rinvia l’uscita

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L’ipotesi cui starebbe lavorando il Tesoro sul problema delle pensioni riguarda finestre per l’uscita anticipata, come a 62 o 63 anni con un certo numero di anni di contributi, ma anche incentivi per chi decide di restare, con un aumento in busta paga che potrebbe essere anche del 10%. Lo riporta il Corriere della Sera, ripreso dal sito Rainews.it.

Scrive infatti il Corriere: ” un lavoratore che abbia maturato i requisiti potrebbe scegliere di restare sulla base di incentivi ben precisi: se continua a lavorare, il dipendente e il datore smettono di versare i contributi e una parte di quelle somme entrerebbe in busta paga come aumento netto di stipendio (per esempio, di circa il 10%)”. “L’azienda potrebbe godere di un calo del costo lordo del lavoro, il dipendente di una busta paga più alta. Poi il pensionamento avverrebbe sulla base dei contributi accumulati fino al momento in cui il lavoratore ha scelto questa opzione, senza contare l’anzianità degli ultimi anni di lavoro incentivato”.

Evitare il ritorno alla legge Fornero!

L’ intervento sulle pensioni è in ogni caso nei piani del governo per evitare che dal 1 gennaio 2023 si torni alla legge Fornero in versione integrale. Quota 41 sarebbe ritenuta un possibile punto di partenza, in attesa di una revisione complessiva del sistema. Restano tuttavia problematici i conti dell’Italia, frutto anche del progressivo inverno demografico, l’assommarsi della maggiore inflazione con l’indicizzazione che avranno un impatto di oltre 50 miliardi sulla spesa pensionistica al 2025.

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