Inps: come ottenere il caregiver e assegno di accompagnamento

Prescrizione contributi pensioni: comunicazioni anche dopo il 1° gennaio 2019

Indennità di accompagnamento, le ultime news. Il disegno di legge sui caregiver, che prevedeva l’erogazione di un contributo di 1900 euro annui per chi assiste un genitore anziano, più altri numerosi vantaggi, ad oggi non è ancora diventato legge, né si hanno notizie certe sulla data in cui eventualmente entrerà in vigore.

Tuttavia, esistono allo stato attuale diverse misure agevolative per chi assiste un genitore non autosufficiente.

Requisiti di non autosufficienza e come ottenere l’assegni di accompagnamento.

Per quanto riguarda il requisito della non autosufficienza, in generale questo è riconosciuto quando l’interessato ha un’invalidità pari al 100% e persistenti difficoltà nello svolgere le attività quotidiane della vita, o a camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.

Se l’interessato ha scarsa capacità di svolgere compiti e funzioni quotidiane senza assistenza, è consigliabile inviare comunque all’Inps, dopo aver fatto predisporre dal medico curante apposita certificazione, la domanda di riconoscimento dell’invalidità, utile anche per ottenere l’assegno di accompagnamento.

È possibile, con la stessa procedura, richiedere anche la certificazione di handicap (numerosi vantaggi sono collegati, dalla Legge 104, al possesso di handicap in situazione di gravità).

Nel caso in cui, a seguito degli accertamenti sanitari, sia riconosciuto il possesso del 100% d’invalidità, assieme alle persistenti difficoltà nello svolgere gli atti quotidiani della vita o nel deambulare, potrà ottenere l’assegno di accompagnamento, che ammonta a 516,35 euro e non è soggetto a limiti di reddito.

Un’altra tra le agevolazioni più significative per i caregiver, in termini economici, è senza dubbio il programma Inps Home Care premium, al quale si può aderire anche nel 2018: questo progetto si rivolge però ai soli dipendenti e ai pensionati pubblici, ai i loro coniugi, parenti o affini di primo grado non autosufficiente.

Il progetto Home Care Premium, nel dettaglio, prevede due tipologie di prestazioni da parte dell’Inps, con il coinvolgimento di enti pubblici e ambiti territoriali sociali:

– un contributo economico mensile, sino a un massimo di 1.050 euro, denominato prestazione prevalente, da utilizzare per rimborsare le spese sostenute per l’assunzione di un assistente familiare;

– un servizio di assistenza alla persona, la cosiddetta prestazione integrativa (servizi personali domiciliari, prestazioni di sollievo, protesi, ausili, apparecchi…), erogata attraverso la collaborazione degli ambiti territoriali sociali (Ats), oppure da enti pubblici convenzionati che abbiano competenza a rendere i servizi di assistenza alla persona.

È possibile, se si possiedono i requisiti, inviare la domanda tramite il sito dell’Inps o tramite patronato; se si vuole presentare domanda dal portale Inps, bisogna accedere alla sezione Servizi, e successivamente alla prestazione Gestione dipendenti pubblici: domanda Assistenza Domiciliare (Progetto Home Care Premium).

Per il familiare che assiste una persona non autosufficiente è anche possibile fruire di una detrazione fiscale per le spese di assistenza.

Si possono cioè detrarre i costi sostenuti per l’assistenza dalle imposte (sia da parte dell’interessato, che dei familiari che lo hanno a carico), sino a 2.100 euro l’anno, se il reddito non supera 40mila euro. La detrazione è pari al 19% dei costi e deve essere indicata nel modello 730 o Redditi.

Ai fini dell’agevolazione fiscale può essere considerata non autosufficiente anche una persona che necessita di sorveglianza continuativa; lo stato di non autosufficienza, per ottenere il beneficio fiscale, deve risultare da un’apposita certificazione medica, ma non è necessario effettuare l’iter per il riconoscimento dell’invalidità.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore