Infortuni sul lavoro e malattie professionali: il bilancio Inail

Aumentano gli infortuni sul lavoro delle mamme lavoratrici

L’Inail ha diffuso i dati provvisori relativi alle denunce presentate all’Istituto a seguito di infortuni sul lavoro e malattie professionali. Dall’analisi dei dati provvisori rilevati allo scorso 31 dicembre, l’andamento infortunistico registrato dall’Inail risulta sostanzialmente stabile passando da 640.723 a 641.638 con un +0,1% rispetto all’anno precedente.

I dati evidenziano a livello nazionale un incremento dei casi avvenuti “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che sono passati da 98.446 a 100.905 (+2,5%), mentre quelli “in occasione di lavoro” sono passati da 542.277 a 540.733 (-0,3%). I casi mortali sono passati a 1.13, da 1.089, quindi 44 in meno, facendo registrare il -3,9%. In aumento, invece, del 2,9% le patologie di origine lavorativa denunciate all’Istituto con 61.310 denunce, 1.725 casi in più rispetto ai 12 mesi precedenti.

Infortuni in numero maggiore in Sardegna, Basilicata e Umbria

L’analisi territoriale dei dati in possesso dell’Inail evidenzia un aumento delle denunce d’infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (+0,1%), nel Centro (+1,2%) e nelle Isole (+0,5%), e una diminuzione nel Nord-Est (-0,1%) e al Sud (-0,8%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali spiccano Sardegna (+4,2%), Basilicata (+2,7%), Umbria (+2,2%) e Marche (+2,1%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati in Molise (-6,9%), Valle d’Aosta (-4,0%) e Abruzzo (-3,7%).

Infortuni mortali, diminuiti quelli in itinere

La riduzione delle denunce di casi mortali riguarda quasi esclusivamente quelli occorsi “in itinere”, che nel 2019 sono stati 41 in meno rispetto all’anno precedente (da 347 a 306), mentre quelli avvenuti “in occasione di lavoro” sono stati 783, soltanto tre in meno rispetto ai 786 denunciati nel 2018. Per l’Inail il confronto tra il 2019 ed il 2018 è poco significativo in quanto il 2018 si è contraddistinto soprattutto per il maggior numero di “incidenti plurimi”, ovvero gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori.

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