Si vorrebbe, nella confusione delle commissioni sui pagamenti via pos e del costo dei prelievi del contante agli sportelli Atm, fare un po’ d’ordine, al fine di avere una giusta consapevolezza dei costi applicati al servizio, e rendere tutto più trasparente. Sono circa 150 milioni i prelievi effettuati in un anno presso gli sportelli Atm di banche diverse da quella emittente la carta, su un totale di 550 milioni per un valore pari a circa 100 miliardi di euro. I restanti vengono effettuati da clienti della stessa banca proprietaria dell’Atm.
Come spiega il sito Liberoquotidiano.it, ci sono certe banche che permettono il prelievo con la carta Bancomat allo sportello Atm di una banca diversa da quella emittente in maniera gratuita. Ma la tendenza resta ancora quella di far pagare una commissione che spesso non tiene conto della somma ritirata. Questi costi possono essere modificati con un motivo giustificato e soprattutto devono essere resi noti in anticipo al cliente, il quale può decidere liberamente di recedere dal contratto.
Indipendentemente dal fatto che venga addebitata o meno la spesa al cliente, la banca emittente la carta con l’attuale sistema deve riconoscere alla banca proprietaria dell’Atm una commissione interbancaria di 49 centesimi di euro per ogni prelievo, tariffa regolata dall’authority. Un costo interbancario non addebitato al cliente, che non paga nulla alla banca dove si reca. Qui, secondo Alessandro Zollo, ceo di Bancomat spa, sorge un problema: «La gestione, manutenzione e l’ammortamento dell’Atm hanno un costo, stimato fino a 1 euro per ogni prelievo. La banca in cui avviene il prelievo, quindi, fornisce un servizio in perdita perchè riceve solo 49 centesimi. Questo modo di operare non è più sostenilbile».
Evidenziamo che la banca che addebita la commissione, compresa tra 0 e 3 euro, non è quella in cui si preleva, ma quella dove ha il conto il cliente che fa il prelievo. Quindi se si va nella propria banca non si paga niente. Se si va altrove si paga fino a 3 euro alla propria banca, dove già si ha, pagandoli, il conto e la carta. «È un sistema che, oltre a essere poco trasparente, non remunera il costo di chi offre il servizio. Per questo abbiamo proposto all’Antitrust un modello differente».
Due passaggi!
Il concetto è quello di tagliare la commissione fissa in modo tale che ogni banca stabilisca il suo prezzo. Nel dettaglio, il progetto di Bancomat spa sarebbe quindi «prevedere due passaggi essenziali. Primo, azzerare la commissione interbancaria di 49 centesimi, secondo consentire alla banca che gestisce l’Atm di applicare al cliente di un’altra banca che fa il prelievo una commissione fino a un massimo di 1,5 euro per operazione». Il modello prevede che, prima di procedere con il prelievo, al cliente venga mostrata l’entità esatta della commissione applicata, con la possibilità di annullare la transazione.
Oltre a ciò Bancomat metterà a disposizione un’app gratuita che mostrerà la localizzazione di tutti gli Atm con l’indicazione della commissione applicata da ciascuno. E la commissione applicata dovrà essere unica per ogni gruppo bancario su tutto il territorio nazionale. Dice Zollo: «Siamo convinti che la remunerazione del servizio di prelievo così gestita consentirà di arginare la chiusura degli Atm. Il nostro nuovo modello, inoltre, supera questo problema perchè prevede di estendere la possibilità di prelevare contanti anche dai pos di esercizi commerciali che hanno molti contanti. Ovvero: benzinai, tabaccai e supermercati».
La proposta sostenuta dalla società potrebbe finalmente dare risposta alle proteste sollevate dai consumatori. L’applicazione di una soglia massima di commissione, come la presa visione al momento del prelievo del costo applicato dalla banca, puntano proprio a una maggiore trasparenza. Sul mercato poi il riflesso, come stato già a livello europeo, garantirebbe presidio e maggiore concorrenza anche nei comuni più piccoli.