Giustizia, le proposte innovative di Marta Cartabia

Giustizia, raggiunto l'accordo nel Cdm sulla riforma Cartabia

Stanno prendendo forma le idee della commissione di riforma del processo penale voluta dalla guardasigilli Marta Cartabia. Secondo il sito dell’Huffington Post,  gli emendamenti del Governo saranno depositati tra pochi giorni. Lunedì, infatti, la Ministra ha incontrato i capigruppo che le hanno consegnato le loro proposte e ha precisato di trovarsi in tale sede “per ascoltare”

Tre aspetti!

In sostanza sono tre gli aspetti più importanti: l’impossibilità del pubblico ministero di appellare le sentenze di primo grado, la modifica della prescrizione da effettuare seguendo due possibili modalità, che in ogni caso supererebbero la legge Bonafede. E, per finire, un incentivo al ricorso ai riti alternativi, che prevede, tra le altre cose, la sostituzione del carcere con una misura alternativa per chi patteggia pene fino a quattro anni.

Sono le prime due novità quelle che stanno facendo più discutere, perchè certi elementi sono sovrapponibili alla legge Pecorella, entrata in vigore nel 2006, e da certi politici molto criticata perché considerata una legge ad personam, volta a favorire l’allora premier Silvio Berlusconi, e falciata due volte dalla scure della corte Costituzionale.

Stop all’appello alle sentenze di primo grado di assoluzione!

Come allora, impedire al pm di proporre appello alle sentenze di primo grado di assoluzione, torna a essere un’opzione possibile: “Evidentemente è maturata la consapevolezza che l’appello porta via molte energie e che non è compatibile con il sistema accusatorio, oltre che con il principio del ’colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio”, dichiara a HuffPost Gaetano Pecorella, avvocato e parlamentare per diverse legislature, che firmò la legge.

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