“L’anno della giustizia 2021 è stato guidato in larga misura dai due fattori di contesto che hanno dominato in tutto il sistema paese: la pandemia; la pianificazione PNRR e la sua prima attuazione. Due elementi che da un lato hanno posto continui imprevisti, sfide e problemi, ma dall’altro hanno anche offerto una serie di opportunità e di spinte al cambiamento“.
La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha presentato questa mattina in Aula al Senato la relazione sull’amministrazione della giustizia. Nell’ampia relazione sono stati enunciati i tantissimi provvedimenti fatti in meno di un anno dal Governo. Come riporta il sito Rainews.it, la guardasigilli ha sottolineato che “mentre l’emergenza sanitaria premeva, con tutte le sue imperiose criticità, abbiamo messo a punto progetti e riforme strutturali a lungo termine, connessi agli obiettivi e alle opportunità offerte dal piano nazionale di ripresa e resilienza, in modo da avviare il nostro sistema giustizia verso le grandi linee di modernizzazione concordate con le istituzioni europee“.
La durata eccessiva dei processi!
“L’azione del Ministero è stata determinata verso un obiettivo cruciale: riportare i tempi della giustizia verso la ragionevolezza come prevede la Costituzione e l’UE. I processi irragionevolmente lunghi rappresentano un vulnus per tutti”. Per questo” l’azione del Ministero della giustizia è stata orientata con determinazione verso un obiettivo che ho ritenuto cruciale: riportare i tempi della giustizia entro limiti di ragionevolezza”. In effetti per la ministra i processi troppo lunghi sono una sconfitta per tutti.
“Per gli indagati e per gli imputati, che subiscono oltre il necessario la pena del processo e il connesso effetto di stigmatizzazione sociale. Per i condannati, che si trovano a dover eseguire una pena a distanza di tempo, quando ben possono essere persone diverse da quelle che hanno commesso il reato. Per gli innocenti, che hanno ingiustamente subito oltre misura il peso di un processo che può aver distrutto relazioni personali e professionali. E soprattutto per le vittime e per la società, che non ottengono in tempi ragionevoli un accertamento di fatti ed eventuali responsabilità, come è doveroso in un sistema di giustizia che aspiri ad assicurare la necessaria coesione sociale“.
Necessità di uomini e risorse!
“C’è carenza di spazi adeguati e risorse umane. I grandi e nobili principi costituzionali e europei hanno bisogno di solido realismo e di pragmatica concretezza per non ridursi a vuota retorica. I grandi principi hanno bisogno di risorse, spazi, strumenti informatici funzionanti e edifici agibili. Sembrano cose scontare ma non lo sono nel nostro sistema attuale. Il ministero sta agendo in questo senso in continuità con l’operato del ministero precedente. Spettano al Ministero l’organizzazione e il mantenimento dei servizi per la giustizia” ha aggiunto.”Il 2021 è stato un anno di emergenze continue, ci siamo reinventati giorno dopo giorno, e voglio ringraziare tutti coloro che hanno portato avanti il sistema giustizia tra rischi quotidiani, compreso il Covid”.