Giustizia, la guardasigilli Cartabia ripensa la materia dopo il Covid!

Giustizia, raggiunto l'accordo nel Cdm sulla riforma Cartabia

Per esporre, al Senato, le sue linee guida sulla giustizia, la ministra della Giustizia Marta Cartabia si è riferita a un episodio di cronaca, come ha già fatto alla Camera. Nel suo discorso la Guardasigilli ha insistito sulla parola greca “hybris” per dire che, se non si superano le posizioni preconcette e gli irrigidimenti di parte cristallizzati in anni di scontri, non si va avanti.

Come riferisce il sito del quotidiano La Repubblica, la Cartabia pensa a una giustizia che “non può più essere soltanto la spada recata in mano dalla dea bendata, privilegiamo lo sguardo sulla bilancia che la stessa dea ha nelle mani e cerchiamo soluzioni bilanciate che trovino un adeguato contemperamento degli interessi e dei punti di vista di tutti“. Ci vogliono condivisione, ma anche realismo: “Sarebbe sleale da parte mia presentare programmi inattuabili ben sapendo di non poterli realizzare. Faremo di tutto per affrontare i problemi urgenti e improcrastinabili e quei progetti su cui ci sarà la condivisione del Parlamento”.

Giustizia riparativa!

“Ridurre i tempi della giustizia” è l’obiettivo, liberandosi dell’arretrato civile, due milioni di processi, e penale, altri tre milioni. Ma anche sperimentare nuove forme di giustizia – come quella riparativa – su cui Cartabia insiste, facendo riferimento a esperienze di altri Paesi che lei ben conosce, e alle quali l’Italia dovrebbe conformarsi. Su di esse cita i dati attuali, 18.900 persone oggi scontano in Italia la pena in esecuzione esterna e 9.000 con lavori di pubblica utilità. “Pensate se tutte queste persone invece fossero in carcere…”, commenta Cartabia.

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