Flat tax: le ragioni della bocciatura della Cgil

Riforma pensioni, lavoro, investimenti: le proposte dei sindacati al tavolo con il governo di ieri

La Cgil è stata audita preso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato nel corso dell’esame del Def. La posizione del sindacato guidato da Maurizio Landini è stata molto netta nei confronti della flat tax. Si legge nel documento presentato in audizione dal vicesegretario generale Gianna Fracassi:“Il Governo evoca – senza risorse e stime di impatto – una riforma fiscale basata sulla revisione delle agevolazioni fiscali e sull’introduzione di nuova flat tax per i redditi familiari”.

“L’obiettivo di una redistribuzione fiscale a vantaggio dei ceti medi e bassi è condivisibile ma non appare comprensibile che la riforma venga legata a doppio filo a una misura ingiusta e regressiva, tanto più su base familiare“, prosegue il documento. “Passare da un sistema multi-aliquota – che dovrebbe essere corretto e più progressivo – a una o due aliquote, finanziando la modifica con la riduzione delle spese fiscali non può generare vantaggi ai lavoratori e ai pensionati più di quelli che porterà ai redditi più alti”.

Effetti irrazionalmente distribuiti

Secondo la Cgil:”I calcoli sono semplici un’aliquota del 15% uguale per tutti, basata sui redditi dei nuclei familiari e non più personali, da zero a 50 mila euro, comporterebbe effetti irrazionalmente distribuiti e benefici concentrati soprattutto sui redditi più alti della fascia e non su quelli medio-bassi. Tutto ciò comporta uno svantaggio notevole anche per i secondi percettori di reddito, in gran parte donne”.

Politiche per la famiglia

“In merito alle politiche per la famiglia, riteniamo fondamentale intervenire con politiche sociali e investimenti pubblici, utili anche a creare lavoro e nuovi redditi. L’aumento dei redditi netti, derivanti da un’imposizione regressiva, produrrebbe alle famiglie più effetti collaterali che benefici: contrazione del welfare e dei servizi pubblici, aumento delle disuguaglianze, distorsione del sistema fiscale e peggioramento delle finanze pubbliche”, precisa la Cgil.

“La Cgil, inoltre, afferma da tempo la necessità di rendere il sistema fiscale più equo e più orientato alla crescita e allo sviluppo. Secondo i dati del Global Wealth Report 2018 di Credit Suisse e dell’Oxfam, la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza – il doppio di quella del reddito e causa principale della crisi – è aumentata negli ultimi 10 anni e nel 2018 vede il 20% più ricco degli italiani detenere il 72% della ricchezza nazionale (il cui ammontare complessivo si è attestato, in valori nominali, a circa 9 mila miliardi di euro, oltre 5 volte il PIL).

Il top-10% della popolazione italiana possiede oggi oltre 7 volte la ricchezza netta della metà più povera della popolazione. Solo guardando alla ricchezza finanziaria, secondo le indagini della Banca d’Italia, il
10% più ricco delle famiglia italiane ne possiede il 52,5% del totale”.

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