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Home Fisco e tributi

Fisco, Cgia: nel 2019 i contribuenti lavoreranno per le tasse fino al 4 giugno!

Il "tax freedom day" si è spostato in avanti di un giorno rispetto al 2018, a causa dell'aumento della pressione fiscale.

Autore: Mirzia Palmieri
9 Febbraio 2019
- Categoria: Fisco e tributi, News

Secondo il Ministero dell’Economia, nel 2019 la pressione fiscale sarà del 42,3 per cento (+0,4 rispetto l’anno prima), in coseguenza di ciò, i contribuenti italiani celebreranno il considdetto giorno di liberazione fiscale (o “tax freedom day“) solamente il 4 giugno 2019.  E come sottolineato l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, è aumentato di un giorno rispetto al 2018.

Fisco, Cgia: nel 2019 i contribuenti lavoreranno un giorno in più per le tasse rispetto al 2018!

Nello specifico, il contribuente medio italiano dopo più di 5 mesi dall’inizio del 2019 smette di lavorare per assolvere a tutti gli obblighi fiscali dell’anno (Irpef, accise, Imu, Tasi, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, etc.) e soltanto dal 4 giugno inizierà a guadagnare per se stesso e per la propria famiglia. Come sottolineato dalla Cgia: “se consideriamo che la giornata lavorativa inizia convenzionalmente alle 8, ogni giorno ciascun italiano medio lavora per pagare le tasse e i contributi fiscali sino alle 11:23, vale a dire quasi 3 ore e mezza al giorno. Mentre gli rimangono solo 4 ore e mezza per “costruirsi” il reddito o la retribuzione netta”.

“Nonostante i correttivi apportati in zona Cesarini con il maxiemendamento – ha spiegato Paolo Zabeo, il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA – la manovra di Bilancio del 2019 non ha introdotto quello shock fiscale che tutti si attendevano. Anzi, stando alle previsioni elaborate dal Ministero dell’Economia, la pressione fiscale per l’anno in corso è destinata addirittura ad aumentare, dopo 5 anni in cui ciò non accadeva”.

“Oltre a ciò, va segnalato che con la rimozione del blocco dei tributi locali prevista dalla manovra c’è il pericolo che tornino ad aumentare anche il peso delle tasse locali che erano bloccate dal 2016. Senza contare che è necessario disinnescare le clausole di salvaguardia, altrimenti dall’inizio del 2020 subiremo un aumento dell’Iva da far tremare i polsi” ha concluso Paolo Zabeo.

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Mirzia Palmieri

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Blogger appassionata di web, fotografia cinema e cucina. Si interessa di eventi e cultura.
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