Fattura elettronica, le proteste di Fdi e Forza Italia contro introduzione obbligatoria nel 2019

Fattura elettronica: in arrivo la delega telematica

Il sistema della fatturazione elettronica è obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2019. Si tratta di un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che permette di abbandonare per sempre il supporto cartaceo e tutti i relativi costi di stampa spedizione e conservazione. I due partiti di opposizione, Fratelli d’Italia e Forza Italia, si sono mossi per esprimersi contro l’introduzione obbligatoria nel 2019 della fattura elettronica.

La leader di Fratelli D’Italia ritiene che le imprese ”hanno ragione” a protestare contro il governo gialloverde. ”Hanno ragione, però, soprattutto le piccole e medie imprese” ha sottolineato Giorgia Meloni. “Io sento Salvini dire in piazza che loro danno attenzione alle pmi e che il governo ha dimostrato interesse per i piccoli, ma io – ha spiegato – sto facendo una battaglia senza quartiere inascoltata contro l’obbligo della fatturazione elettronica che entra in vigore per tutti dal primo gennaio 2019, cosa mai successa e che ammazzerà migliaia di pmi… Se è vero che questo governo ci tiene alle piccole e medie imprese lo dimostri dicendo anche lui no all’obbligo della fatturazione elettronica“.

Meloni: “No all’obbligo di fatturazione elettronica”

Fratelli d’Italia, ha anche avviato una raccolta firme per proporre una petizione e organizzato una mobilitazione davanti a Montecitorio. Con il motto promosso da Giorgia Meloni: «Tutti sotto il Parlamento per dire No alla fatturazione elettronica». «Si dà per scontato che tutti abbiano un computer e lo sappiano usare», ha esordito la Meloni, «che tutti abbiano una connessione internet efficiente e che i sistemi previsti per la generazione della e-fattura siano privi di criticità».

Secondo la leader di FdI così non è, e anche Forza Italia è contro l’obbligo della fatturazione. Secondo il deputato Alessandro Cattaneo: «C’è disagio ed esasperazione da parte degli imprenditori per una ulteriore forma di controllo verso chi è già controllato, per il pregiudizio che c’è verso le partite Iva e i piccoli artigiani. L’impressione è che non sia il governo ma l’Agenzia delle entrate a dare l’indirizzo». Invece, per la deputata Anna Maria Bernini: «Basterebbe rinviare tutto al 2020, ci aspettiamo risposte dalla Lega, altrimenti denunceremo ovunque, in Parlamento, nelle piazze, la cultura anti-impresa di questo governo».

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