In Senato, lunedì 10 settembre 2018, è stato presentato il disegno di legge sull’affido dei figli che cancella l’assegno di mantenimento in caso di divorzio. Proposta voluta particolarmente dalle associazioni dei padri separati e firmato dal leghista Simone Pillon e condiviso da M5S.
Insieme a Pillon, hanno firmato il ddl affido anche i senatori Andrea Ostellari, Massimo Candura e Emanuele Pellegrini della Lega e Angela Anna Bruna Piarulli, Grazia D’Angelo, Elvira Lucia Evangelista, Mario Michele Giarrusso e Alessandra Riccardi del Movimento 5 Stelle.
Divorzio: in Senato la proposta di legge sull’affido dei figli che cancella l’assegno di mantenimento.
La proposta di legge presentata al Senato si ispira al principio della «bigenitorialità perfetta» ed ha come obiettivo quello di riscrivere la legge del 2006 sull’affido condiviso dei figli dopo separazioni e divorzi. Il disegno di legge sull’affido dei figli che cancella l’assegno di mantenimento in caso di divorzio, introduce la figura del mediatore familiare concepita come obbligatoria per coppie con figli, la possibilità di affido condiviso con tempi previsti paritari, il mantenimento diretto dei figli minori, i provvedimenti di contrasto a ogni forma di alienazione o estraniazione dei minori.
La contribuzione per i bisogni del minore rimane e sarà proporzionale alle capacità economiche dei due genitori che però pagheranno direttamente le spese dei figli. Inoltre, non sarà toccata la normativa antiviolenza. Queste sono le principali novità contenute nel disegno di legge.
Come spiegato da il primo firmatario Simone Pillon con questa riforma, le istanze del minore saranno punto fermo e bussola nella complicata gestione che una separazione comporta. Tempi paritetici di frequentazione, ha detto Pillon, lotta ad ogni rifiuto genitoriale, mediazione qualificata per le coppie che non siano capaci di trovare da sole un accordo.
Dunque, addio ai papà ridotti e ai padri-bancomat o a genitori della domenica – ha dichiarato Simone Pillon commentando la proposta di legge. Ai disinnesca il principio dell’assegno che provoca molti litigi -ha aggiunto – Il mantenimento non sarà fifty-fifty: il genitore che guadagnerà di più contribuirà di più, ma saprà che ogni euro sarà speso per il figlio e non per l’ex coniuge. Qua non si fanno né gli interessi della madre né quelli del padre ha spiegato il primo firmatario della proposta di legge.