Diritto d’autore: Di Battista ribadisce che la rete deve restare libera!

Diritto autore: Di Battista ribadisce che la rete deve restare libera

La rete deve restare libera: questo ribadisce in un post su Facebook Alessandro Di Battista commentando il voto al Parlamento europeo. Un voto, sottolinea, che secondo lui è arrivato per mettere il bavaglio alle rete e non per ragioni di salvaguardia degli editori ma per delle ragioni legate al fatto che la rete ha consentito a forze politiche emergenti di vincere e di avere a disposizioni migliaia di attivisti grazie alle rete.

Di Battista sottolinea, in merito all’editoria, che il M5S vuole togliere qualsiasi forma di contributo diretto e indiretto all’editoria. Per Di Battista non è un attacco alla libertà di stampa anche perché a suo parere non c’è libertà di stampa in Italia perché a suo parere, a parte eccezioni, non ci sono editori puri.

Diritto autore: l’altra opinione, per l’avvocato Del Bene è una vittoria per editori, no rischio censura.

Una vittoria per gli editori, un passo avanti nella tutela del diritto d’autore, nessun rischio che ci sia una censura sull’informazione diffusa online e poche possibilità che le fake news possano sparire dalla Rete. Giovanni Del Bene, avvocato esperto di diritto d’autore, spiega all’Adnkronos la nuova direttiva approvata dal Parlamento europeo.

Il testo, sottolinea l’avvocato, è in gran parte un repetita iuvant per chi conosce la materia, ma è indiscutibile che gli editori hanno ottenuto qualcosa che prima non avevano: il primo comma dell’articolo 11 estende specificamente a loro il diritto esclusivo di riproduzione e il diritto di comunicazione di opere al pubblico, ossia il diritto di autorizzare o vietare la riproduzione, garantendogli così una sorta di nuovo “diritto connesso”.

Se, con l’approvazione della legge, gli editori hanno base giuridica più certa, a beneficiarne sono anche le casse: chi sfrutta il lavoro intellettuale, ricavandone profitti con la raccolta pubblicitaria e il trattamento dei dati degli utenti della rete, deve pagare delle royalties a chi ha prodotto i contenuti.

L’articolo 13 della direttiva europea impone ai grandi distributori di contenuti – ad esempio Facebook, Twitter o YouTube – di fare accordi con i titolari di diritti d’autore e soprattutto di inserire all’interno dei contenuti digitalizzati delle misure tecniche che permettano di riconoscere la singola opera e di tracciarla.

In sintesi i colossi del web dovranno vigilare, per conto degli aventi diritto, sui contenuti che pubblicano e verificare che la riproduzione di un’opera di ingegno sia autorizzata.

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