Diritto d’asilo, l’ultimatum del Viminale: bisogna ridurre le protezioni umanitarie

Diritto d'asilo, l'ultimatum del Viminale: bisogna ridurre le protezioni umanitarie

Diritto d’asilo, le ultime news. La Commissione nazionale sull’asilo ha inviato lunedì scorso una circolare a tutti i presidenti delle commissioni territoriali, chiedendo espressamente e senza mezzi termini di tagliare drasticamente la protezione umanitaria.

Di tutt’altra linea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha invocato nuovamente l’accoglienza dei migranti e degli stranieri. Il Presidente, parlando all’Università di Baku, in Azerbaigian ha asserito che l’accoglienza, la generosità e il confronto tra donne e uomini di culture, etnie e confessioni diverse costituiscono valori irrinunciabili. Solo coltivando il dialogo siamo in grado di ampliare i nostri orizzonti.

Nuova circolare di Salvini dopo quella del 6 luglio: ridurre le protezioni umanitarie.

Ma il nuovo esecutivo vuole avere il pugno duro sulle richieste d’asilo, e secondo il Viminale i numeri non ‘tornano’. I nuovi dati sono quelli riportati dal ‘Report del 13 luglio‘, una settimana dopo la circolare di Matteo Salvini ai prefetti sulla stretta al diritto d’asilo. Il dato inerente i ‘pendenti’, si legge nella comunicazione informale partita dalla casella di posta del ministero, è rimasto invariato rispetto alla data del 6 luglio.

Ma a preoccupare Salvini, dati del report alla mano, è quello, più importante della percentuale sulla protezione umanitaria, «ferma ancora al 28%». Emerge che la direttiva del Ministro non ha ancora trovato attuazione e che anzi il dato numerico è addirittura aumentato da 14.032 a 14.471 domande.

A questo punto e dopo queste premesse, il tono della circolare diventa ancora più perentorio. Si tratta di due aspetti molto significativi (quello dei pendenti e la percentuale delle protezioni umanitarie), prosegue la circolare rivolta a tutti i presidenti delle commissioni territoriali, sui quali si gioca il livello di produttività ed efficacia.

Se da una parte potrebbe a prima vista sembrare positivo un sollecito per sveltire le domande d’asilo ancora pendenti, dall’altra però stride non poco il tono che segue sulla modalità di affrontare il grande carico di lavoro.

Nella lettere insomma c’è scritto che bisogna cioè ridurre i numeri. A prescindere dagli individui, dalle storie personali, dai dolori e dall’orrore da cui queste persone sono fuggite. La circolare sembra apparentemente un invito ‘informale’ ma, partita dalla commissione nazionale e con indirizzo del Ministero, diventa a tutti gli effetti una direttiva ufficiale. Una direttiva ‘politica’. La commissione nazionale d’asilo è l’organo che dovrebbe coordinare per legge l’operato delle commissioni territoriali, fornendo atti di indirizzo in materia di protezione.

Dovrebbe cioè diffondere informazioni sui Paesi d’origine e dare indicazioni sui fenomeni emergenti. Sulla giurisprudenza più nuova, cioè, e dare indicazioni su come affrontare l’esame delle domande. L’articolo 4 comma 3 bis del decreto legislativo 25/2008 tuttora in vigore e che regola la procedura e l’esame della domanda d’asilo dice che ‘ogni commissione territoriale opera con indipendenza di giudizio e di valutazione‘.

L’Asgi attacca asserendo che le commissioni territoriali devono per legge operare in autonomia di giudizio e in base a direttive di tipo giuridico non sui tempi e tantomeno sul fatto che il potere politico dice che cosa fare rispetto a un istituto giuridico.

Il punto più grave della comunicazione ufficiale diffusa dalla commissione nazionale, secondo Asgi, riguarda proprio la modalità in cui si chiede «la necessaria, improrogabile e doverosa modifica» del trend sui numeri d’asilo, in particolare quelli che avrebbero diritto alla protezione umanitaria.

Gli avvocati esperti di immigrazione dichiarano che questa è la conferma di quello che hanno sempre sostenuto, e cioè che queste commissioni sono fortemente influenzabili perché chi dovrebbe garantire la maggiore trasparenza (la Commissione nazionale), si conferma il maggior strumento politico.

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