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Home Politica ed Economia

Infrastrutture: De Caro invita a uscire dallo stallo e rilanciare lo sviluppo

Antonio De Caro, sindaco di Bari (del Pd) e presidente di Anci, chiede al Governo di alzare la guardia su manutenzione e monitoraggio delle opere esistenti.

Autore: Mariella Marotta
21 Agosto 2018
- Categoria: News, Politica ed Economia

Antonio De Caro, sindaco di Bari (del Pd) e presidente di Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, alla luce della tragedia di Genova, chiede al Governo di alzare la guardia su manutenzione e monitoraggio delle opere esistenti. De Caro ha dichiarato inoltre che le infrastrutture servono al Paese e da questo stallo fatto di indecisioni e di mancate risposte bisogna uscire. Alla coalizione servirebbe un addendum al contratto stesso per mettere ordine su quest’aspetto. I Comuni hanno obblighi di controllo ma spesso non possono adempiervi per mancanza di risorse.

Obiettivo: creare buone e valide infrastrutture funzionali allo sviluppo, alla competitività e alla modernità dei territori.

Quanto alla stasi sulle infrastrutture, per De Caro è figlia del diverso approccio che Lega e Cinque Stelle hanno sul tema. Un qualcosa che viene da lontano. Scontiamo due culture diverse – dice De Caro al Sole 24 Ore –. Quella della Lega, più sviluppista, e quella dei Cinque Stelle, che non da oggi vedono le infrastrutture come sinonimo di cementificazione, impatto ambientale e corruzione.

Ma non è così. Come uscirne allora? Per le grandi infrastrutture, sempre secondo De Caro, occorre una ricognizione attenta e puntuale dello stato dell’arte, prestando attenzione a quello che serve al Paese e partendo dal principio che buone e valide infrastrutture sono funzionali allo sviluppo, alla competitività e alla modernità dei territori.

Poi andrebbe aperto un ragionamento anche sulle piccole infrastrutture. Spesso se ne parla come inutili, ma una piccola parte può risolvere un problema ad una comunità e generare conseguenze positive per l’economia locale.

Da sindaco di Bari De Caro si è concentrato infatti su due infrastrutture. Una, importante, inaugurata nel 2016, è il ponte Adriatico. Trenta milioni di euro di costo, tre anni e mezzo per la costruzione, ha risolto un’esigenza in materia di mobilità Nord-Sud.

L’altro, meno rilevante sotto il profilo economico perché sono solo 4 milioni, ma importante se osserviamo la motivazione che l’accompagna. Si tratta dell’ampliamento di via Amendola, con il cantiere partito di recente. È una delle strade di accesso a Bari.

Poi – aggiunge De Caro – dalle infrastrutture sono passato ad altri interventi utili alla città come la riqualificazione del water front di San Girolamo costato 13 milioni, primo tratto finito, secondo pronto tra una settimana. È un progetto che permette a Bari di conseguire tre obiettivi: avere col mare un rapporto più integrato, riqualificare un pezzo di città, eliminare una fonte di pericolo.

Laddove oggi c’è il water front, prima esisteva una strada a quattro corsie e, malgrado tutti gli accorgimenti e le disposizioni di sicurezza, attraversarla per raggiungere il mare era un rischio per i cittadini, per i bambini soprattutto, visto che le auto sfrecciavano ad alta velocità. Adesso la strada non c’è più. C’è un’area a mare che rende più tranquilli i cittadini e lui, sindaco, felice se rammenta le tante difficoltà incontrate.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news
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Mariella Marotta

Mariella Marotta

Laureanda in Studi Umanistici, indirizzo in Lettere Moderne, all’Università Federico II di Napoli, è appassionata di arte, letteratura, cinema, moda e da ex pugile, di sport.
Mail: m.marotta@diritto.news

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