Coronavirus, sulle carceri la Magistratura boccia il decreto!

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Il Consiglio Superiore della Magistratura ha bocciato i provvedimenti volti a ridurre il sovraffollamento delle carceri e a limitare il contagio da Covid-19 negli istituti di detenzione contenuti nel decreto “Cura Italia”. I magistrati avvertono che il fatto di aver legato la detenzione domiciliare all’uso dei braccialetti elettronici, che di fatto sono indisponibili, “contribuirà significativamente a rendere questo istituto inadeguato” alle sue finalità.

È un dato oggettivo, secondo le osservazioni della Commissione, che “una parte numericamente non esigua della popolazione detenuta non potrà, infatti, avere accesso alla misura” delle detenzione domiciliare “per l’indisponibilità di un effettivo domicilio. (…) Per i detenuti che potranno fruirne, l’incisività dell’intervento risulterà invece fortemente depotenziata dalla indisponibilità degli strumenti di controllo elettronici, la cui carenza, non da oggi, costituisce una delle maggiori criticità del nostro sistema”.

Dotazione insufficiente senza investimenti!

Se è vero che nel decreto non si parla di investimenti, è logico prevedere “che la dotazione degli strumenti elettronici di controllo non potrà, nell’immediato, essere incrementata, il che renderà la misura della ‘detenzione domiciliare in deroga’ inadeguata a far fronte alle esigenze di contenimento del contagio nelle carceri sovraffollate, esigenze che lo stesso legislatore ha di fatto ritenuto indifferibili”.

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