Coronavirus, Ricciardi propone restrizioni sul Green Pass

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«Con la variante Delta questa pandemia è cambiata, una persona infetta ne contagia in media altre sette. Per fermarla bisogna raggiungere la vaccinazione della quasi totalità della popolazione. I casi continueranno ad aumentare». Questo avvertimento arriva da Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, in un’intervista a Il Messaggero, ripresa dal sito Openonline.

«Non ci sarà il lockdown», garantisce Ricciardi. Merito, secondo lui, del Green Pass e del meccanismo dei colori delle regioni. Ma per evitare il peggio sarà necessario sottoporsi il prima possibile alla terza dose e cambiare l’uso della certificazione verde anti coronavirus, rafforzandola. In effetti si va verso una certificazione che sia legata alla vaccinazione o alla guarigione dal virus e non più al tampone. Per Ricciardi è «una buona idea» quella di consentire ai lettori ottici, quando viene mostrato il Green Pass, di rispondere col colore giallo, per ricordare ai cittadini che dovranno sottoporsi alla terza dose dopo sei mesi dalla seconda.

Nuovo uso del Green Pass!

Se ci si sottrae alla terza inoculazione del vaccino, «allora va valutata l’ipotesi di sospendere la validità stessa del Green Pass». La terza dose al momento è necessaria, secondo Ricciardi, solo per operatori sanitari, anziani e per tutti coloro che «lavorano a contatto con i fragili» come gli insegnanti visto che i bambini non possono essere vaccinati. Viene contemplata anche l’ipotesi di un super Green Pass solo per andare al ristorante e allo stadio mantenendo, però, l’attuale sistema di Green Pass coi tamponi per il lavoro. Un «compromesso intelligente», lo definisce Ricciardi.

I medici No Vax!

Tuttavia con la quarta ondata quello che più preoccupa è da un lato il possibile scetticismo degli italiani verso la terza dose di vaccino, dall’altro i medici No Vax che, pur essendo pochi, «possono causare danni enormi perché dispongono di un’ampia capacità di influenzare i pazienti, loro assistiti». Per fermarli bisogna «rendere le procedure più snelle», cioè bisogna sospenderli senza por tempo in mezzo. Sarebbe necessario verificare, studio medico per studio medico, se ci sono molti non vaccinati tra gli assistiti. L’obiettivo resta quello di correre subito ai ripari. «Va chiarito agli italiani che, a 180 giorni dalla seconda dose, sei sì protetto dalle conseguenze gravi della malattia ma molto meno dall’infezione, questo ormai è assodato», ha concluso Ricciardi.

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