Coronavirus, le nuove misure: cosa chiude e cosa resta aperto!

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Il DPCM 11 marzo 2020 era richiesto e atteso da molte parti e rappresenta un passaggio finale (per ora) della pesante vicenda che stiamo vivendo. Giuseppe Conte ha ulteriormente inasprito le misure previste nei due precedenti DPCM, sia per le dimensioni sovranazionali della pandemia, sia per uniformare nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea.

Sono state adottare dunque misure più severe, che sospendono le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per i generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione. Invece resteranno chiusi, a prescindere dalla tipologia di attività svolta i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie.

Servizi operativi e no, efficacia del decreto

Sono sospesi i servizi di ristorazione, come bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie: consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio. Sono garantiti, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi, e l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi. Restano operative le pubbliche amministrazioni, ma potranno assicurare lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente. Il decreto ha effetto dalla data del 12 marzo 2020 ed è efficace fino al 25 marzo 2020.

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