Conto Corrente: le nuove regole sui controlli dei prelievi e versamenti

Conto Corrente: segnalati i prelievi e versamenti sopra i 10mila euro al mese

Dopo la sentenza della Cassazione, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possono effettuare controlli sui conti correnti anche senza bisogno di avere un motivo valido e specifico. Dunque, ogni transazione può essere soggetta ad accertamenti e spetterà al contribuente ad avere l’onere della prova che il prelievo o il versamento sia lecito.

Conto Corrente: le nuove regole sui controlli dei prelievi e versamenti.

L’Agenzia delle Entrate può analizzare i movimenti bancari grazie all’Anagrafe dei conti correnti. Spetta al titolare del conto dimostrare che il denaro versato sia “pulito” ovvero frutto di attività su cui sono state regolarmente pagate le tasse al fisco.

Sotto la lente d’ingrandimento dei controlli non c’è solamente l’attività economica delle imprese, ma anche quelle dei professionisti. Inoltre, le indagini finanziarie possono essere eseguite nei confronti di tutte le persone fisiche.

Se un titolare di un conto versa, ad esempio, una somma maggiore del proprio stipendio mensile, potrebbero  scattare gli accertamenti da parte del fisco. E spetterà al contribuente spiegare la provenienza di quella somma. Inoltre, l’Agenzia delle entrate può chiedere la provenienza dei soldi fino al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

In merito ai pagamenti in contanti, la nuova regole pone che non possono oltrepassare la soglia di 3.000 euro. L’alternativa è quella di utilizzare di strumenti tracciabili come assegni non trasferibili, bancomat, bonifici bancari, bonifici postali, carta di credito.

Gli assegni bancari, postali e circolari d’importo pari o superiore a 1.000 euro devono recare l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità. Gli assegni bancari e postali, emessi nei confronti di stesso possono essere girati unicamente per l’incasso a una banca o alle Poste Italiane a prescindere dall’importo. E il saldo dei libretti di deposito bancari o postali al portatore non può essere pari o superiore a 1.000 euro.

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