Conguagli sull’Assegno Unico: fino a 210 euro a figlio da restituire

Quota 103: i termini e le modalità di presentazione delle domande!

Novità non buone per molte famiglie sull’Assegno Unico: sono in arrivo i primi conguagli, e questo vuol dire che certi nuclei familiari potrebbero dover restituire all’INPS una parte dell’assegno erogato erroneamente nel 2022, per la durata di un arco di sette mesi.

La decurtazione degli importi non spettanti!

In effetti, come spiega il sito del quotidiano Il Messaggero, è prevista la restituzione degli importi percepiti indebitamente. In altri termini è in arrivo la decurtazione di somme non spettanti ma comunque erogate lo scorso anno dall’Istituto. Per la precisione l’INPS sta sanando la situazione di sette mensilità: da marzo a settembre. L’ente dovrà recuperare le maggiorazioni di 30 euro erogate ma che non spettavano ai beneficiari. E quindi in totale chi è coinvolto potrebbe essere chiamato a restituire fino a 210 euro per figlio.

La maggiorazione fino a 30 euro non spetta alle famiglie monogenitoriali!

Ricordiamo che da ottobre l’Assegno Unico è stato ridotto a circa un milione di famiglie monogenitoriali. A loro non spetta più la maggiorazione mensile, fino a 30 euro, riconosciuta nel caso in cui entrambi i genitori abbiano un reddito da lavoro. Una maggiorazione che era riconosciuta dall’articolo 4, comma 8 del decreto legislativo n. 230/2021, “nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minore“. La maggiorazione pari a 30 euro con ISEE pari o inferiore a 15.000 euro e si riduce gradualmente fino ad annullarsi con ISEE pari o superiore a 40.000 euro.

Quando l’assegno unico è partito, molte famiglie monogenitoriali hanno comunque richiesto la maggiorazione – sebbene nel decreto non siano menzionati i nuclei costituiti da un solo genitore – Un “errore” dovuto anche al fatto che nel modulo di domanda dell’INPS non erano specificati i requisiti. Inizialmente la maggiorazione è stata riconosciuta anche ai genitori soli che, al momento della domanda, dichiaravano di lavorare e di averne diritto. L’INPS, dunque, in un primo periodo ha erogato la maggiorazione, salvo poi interromperla a ottobre. E adesso ne chiede la restituzione.

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