Carta d’identità elettronica e Spid, tutte le novità

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti ha dichiarato – come riporta il sito Upday.com – di voler “cominciare a spegnere lo Spid” per avere la Carta d’identità elettronica come unica identità digitale. Oltre a ciò ha precisato: “Non c’è nessuna intenzione di disperdere l’esperienza e il patrimonio innovativo del Sistema Pubblico dell’Identità Digitale, ma la volontà di migliorarlo“. Vediamo insieme in che modo il governo ha intenzione di procedere.

Una lettera di Alessio Butti!

In occasione della festa di Fratelli d’Italia, Alessio Butti ha sostenuto di voler “facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione“. In una lettera al Corriere della Sera, il sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale ha poi precisato di volere soltanto un’identità digitale. Motivando la scelta in quattro punti: “Semplificare la vita in digitale dei nostri cittadini, aumentare la sicurezza (perché più credenziali e strumenti di accesso significano più rischi), rendere più accessibili i servizi digitali e, infine, risparmiare (perché Spid ha un costo per lo Stato)”. A fronte di queste dichiarazioni si è espresso in modo critico il leader di Italia Viva Matteo Renzi: “Oggi 33 milioni di persone usano questo strumento di modernità. E la Meloni dopo la 18App vuole cancellare anche questo. Ma perché rovinare ciò che funziona?

Carta di Identita elettronica avvantaggiata rispetto allo Spid!

In effetti tutti e due i sistemi vanno a individuare l’identità digitale di una persona. Tuttavia la Carta di identità elettronica è gestita dallo Stato, mentre lo Spid viene rilasciato da enti privati come Aruba, Intesa Sanpaolo o Poste Italiane. Come scrive Il Sole 24 Ore, entrambi hanno superato i trentadue milioni di utenti ma la Carta di identità elettronica ha un vantaggio competitivo: sostituendo man mano quella cartacea, prima o poi raggiungerà tutti i cittadini.

Limiti della Carta d’identità elettronica e come superarli.

Butti ha poi sottolineato tre limiti della Carta di identità elettronica. Innanzitutto, “i lunghi tempi di rilascio (diversi da Comune a Comune)”. Poi, il pagamento di 16,79 euro e l’obbligo di andare ad un ufficio comunale per farla. Infine, “la Cie è ancora poco usabile da Pc e smartphone, perché richiede un lettore smartcard da collegare, o uno smartphone con lettore Rfc (per intenderci, quello che possiamo usare al posto della carta di credito)”. Butti scrive che il governo sta lavorando “per assicurare il rilascio della Cie da remoto, a costo zero e in 24 ore, e per garantirne la sua usabilità, attraverso soluzioni semplici almeno quanto lo Spid”. Il sottosegretario propone dunque di chiedere ai fornitori di identità digitale (Aruba, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane ecc.) “un supporto alla migrazione” alla Carta di identità elettronica. Butti aggiunge che “la migrazione andrà […] gestita a livello europeo, spiegandone il senso e, soprattutto, notificando tempestivamente eventuali variazioni tecnologiche necessarie a rendere la Cie più usabile“.

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