Carceri, sovraffollamento e recidiva: incrementare la funzione rieducativa della pena

Rivolte nelle carceri: sempre più urgenti amnistia e indulto per arginare l'emergenza

Sul fronte carceri ancora dati allarmanti sia sul piano del sovraffollamento carcerario sia su quello della recidiva di coloro che escono dal carcere, e che tornano a ricadere nel circuito senza essere stati supportati da adeguati percorsi rieducativi. Grave la situazione denunciata a San Donato nel carcere di Pescara. Ha così sottolineato il componente del Comitato di Gestione Nazionale Uil-Pa Polizia Penitenziaria e della Segreteria confederale Abruzzo Mauro Nardella: “Non è passata inosservata la denuncia fatta dalla Uil sulla grave situazione venutasi a creare nel carcere di San Donato. Il sovraffollamento di detenuti soprattutto di estrazione psicotica, insieme allo stato di disagio da esso prodotto nella gestione complessiva del penitenziario saranno seguite ed attentamente valutate così come ha dimostrato sempre di saper fare dal Professor Cifaldi per poi essere rapportate agli organi competenti.

Funziona molto bene la simbiosi instaurata tra garante e rappresentanza sindacale della Polizia penitenziaria dalla Uil tanto auspicata. È solo lavorando insieme che si potranno ottenere significativi risultati voluti dalla Costituzione e dalle leggi in materia di diritti dei lavoratori”, rimarca Nardella.

I dati allarmanti della Campania. Il Garante richiama l’attenzione sulla funzione rieducativa della pena

Situazione di grande criticità e difficoltà in Campania. In base alla denuncia del Garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello emerge un dato assai preoccupante, ossia torna in carcere per recidiva il 78% dei detenuti. Questa altissima percentuale dimostra in maniera chiara quanto per ora il carcere sia non un luogo di rinascita e correzione ma solo di sofferenza e punizione. Bisogna recuperare l’importanza della funzione rieducativa della pena in base a quanto stabilito dall’articolo 27 della Costituzione.

Rimarca Ciambriello: “Non torna in carcere chi ha incontrato un volontario, un cappellano, una cooperativa, ha frequentano un corso di formazione. Bisogna incrementare questi momenti”. Importante è il recupero della funzione riabilitativa e rieducativa della pena, altrimenti il carcere resta fine a se stesso ed il tasso di recidiva resta altissimo.

Il Garante Ciambriello ha evidenziato come a Poggioreale ci sia il più alto numero di volontari che si occupa dei detenuti. Inoltre, “a Napoli si è creata la casa dove ci sono una decina di residenti e una quarantina di persone ogni giorno…la Chiesa si è aperta al dopo carcere che deve essere vissuto da tutti con più impegno…Io penso che addirittura bisognerebbe fare entrare i sindaci delle città nelle carceri…Questo per far capire loro che il carcere è qualcosa che appartiene alla città sia per chi è in carcere per una pena ma anche per chi deve vivere il dopo“.

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