Carburanti: nel 2018 aumentano prezzi e consumi

Carburanti: nel 2018 aumentano prezzi e consumi

Carburante, ultime news. I primi 6 mesi del 2018 hanno presentato agli italiani un conto salato alla voce spese per i carburanti, aumentate del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Dai 26,7 miliardi del 30 giugno 2017 si è passati ai 28,3 miliardi di euro di quest’anno. E’ quanto sostiene il Centro Studi Promotor, una società di ricerca specializzata in tematiche legate al mondo dell’automobile, che effettua regolarmente indagini sui prezzi dei carburanti e sui costi per la manutenzione e la riparazione delle auto.

In occasione dell’ultima ricerca è emerso che in Italia sono aumentati anche i consumi di carburante, passati dai 18,7 miliardi di litri nella prima parte del 2017 ai 19 miliardi di quest’anno (+1,7%).

Lo Stato guadagna grazie a questo aumento.

L’incremento della domanda si riflette anche a livello fiscale, considerato che sul prezzo dei carburanti “pesa” in larga parte l’elevata tassazione: le accise sono di 72,4 centesimi al litro per la benzina e di 61,3 centesimi per il gasolio (in entrambi i casi Iva esclusa).

Da benzina e gasolio lo Stato ha incassato 17,4 miliardi di euro al 30 giugno 2018, 483 milioni di euro in più rispetto a 12 mesi prima (+2,9%), complice anche l’incremento medio dei prezzi alla pompa, aumentati del 2,99% nel caso della benzina (da 1,537 a 1,583 euro) e del 5,04% nel caso del gasolio (da 1,389 a 1,459 euro).

A beneficiare di questi aumenti sono stati anche i colossi dei petroli e le pompe di benzina, che hanno visto crescere il loro volume d’affari dell’11,8% al 30 giugno 2018 (da 9,8 a 10,9 miliardi).

Il Centro Studi Promotor considera questi aumenti dannosi e ritiene che possano avere un impatto sulle vendite di auto nuove in Italia, a maggior ragione considerando che nei primi sei mesi del 2018 sono aumentati dell’1,7% anche i prezzi d’acquisto delle vetture nuove.

Ulteriori aumenti dei prezzi dei carburanti, spiegano dal Centro Studi, potrebbero rallentare la crescita della vendite e non farle ritornare ai livelli pre-crisi, come invece è in programma per il 2019.

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