Bozza del decreto legge su reddito di cittadinanza: ecco cosa c’è scritto

Per la prima volta una delle misure più attese del governo è stata messa per iscritto, e verrà discussa in settimana. Ecco cosa dice la bozza al riguardo.

Circola da alcune ore una bozza del decreto legge contenente le misure che il governo intende attuare per l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza e della “quota 100”, due importanti proposte fatte in campagna elettorale rispettivamente da Movimento 5 Stelle e Lega, i due partiti di governo.

La bozza – ripresa da tutti i giornali e dalle principali agenzie di stampa – è datata 4 gennaio, è lunga 24 pagine, è composta da 27 articoli e dovrebbe essere discussa in Consiglio dei ministri fra lunedì e martedì. I primi 13 articoli riguardano il cosiddetto reddito di cittadinanza, i successivi 14 riguardano invece la cosiddetta “quota 100”. Si tratta appunto di una bozza: niente è definitivo e molte cose potrebbero cambiare. Ma intanto, è la prima volta che circola qualcosa di scritto sui due provvedimenti.

Reddito di cittadinanza: cosa ci dice la bozza al riguardo

La bozza parla sia di “reddito di cittadinanza” che di “pensione di cittadinanza” (per chi ha più di 65 anni). Nell’articolo 1 il reddito di cittadinanza è definito così: «Misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro».

Dovrebbe partire dal primo aprile ed è previsto che a beneficiarne possano essere un massimo di 1,4 milioni di nuclei familiari, per un totale di oltre 4 milioni di persone. Sono stati previsti anche incentivi per le aziende che dovessero assumere persone con un reddito di cittadinanza: parte del reddito verrebbe incassato dalle aziende in caso di assunzione a tempo indeterminato

Il reddito di cittadinanza è composto da una integrazione mensile al reddito, che secondo le stime fatte da Enrico Marro sul Corriere della Sera, potrebbero corrispondere a «un importo medio di circa 500 euro al mese a famiglia. Lo si vede dividendo i 6,1 miliardi a disposizione nel 2019 per 1,4 milioni di famiglie e poi per 9 mesi di erogazione, da aprile in poi».

Per le famiglie in affitto è poi previsto un contributo aggiuntivo per un massimo di 280 euro al mese. Il reddito di cittadinanza sarà erogato su un’apposita carta, che sarà legata a certi vincoli: non si potrà ad esempio usare per il gioco d’azzardo, e solo una parte dei soldi potrà essere ritirata in contanti.

Potranno chiedere il reddito o la pensione di cittadinanza tutti i cittadini italiani, i cittadini dell’Unione Europea e gli stranieri con un permesso di soggiorno di lungo periodo. Tutti i richiedenti dovranno però essere stati in Italia «in via continuativa da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda». Anche un cittadino italiano che negli ultimi 10 anni dovesse aver avuto residenza all’estero, anche solo per un breve periodo, non potrebbe quindi chiedere il reddito di cittadinanza.

Per avere il reddito di cittadinanza bisognerà avere un Isee inferiore ai 9.360 euro e, nel caso di singole persone, un reddito familiare di meno di 6 mila euro. Come scrive Marro: «Il patrimonio immobiliare, al netto della prima casa, non può superare 30mila euro e quello mobiliare i 6mila euro». Chi dovesse dichiarare il falso per ottenere il reddito di cittadinanza rischierebbe fino a sei anni di carcere e non potrà chiedere un nuovo sussidio per 10 anni.

Una volta che il reddito di cittadinanza sarà diventato legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si dovrà presentare domanda ai Caf o agli uffici postali e sarà in seguito valutata dall’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Se ne potrà usufruire per un massimo di 18 mesi, eventualmente rinnovabili in seguito a una sospensione di un mese, durante la quale l’INPS valuterà che ci siano ancora tutti i requisiti necessari. Chi lo otterrà dovrà anche «consultare quotidianamente l’apposita piattaforma digitale dedicata al programma». Come detto negli ultimi mesi, i beneficiari saranno tenuti ad accettare almeno una delle tre «offerte di lavoro congrue» che saranno proposte loro.

All’inizio, per i primi sei mesi, dovranno essere entro 100 chilometri da dove si ha residenza; poi entro i 250 e infine, dopo un anno, in tutta Italia. Se non ci saranno offerte durante il primo anno, nell’anno successivo si dovrà accettare ogni offerta, altrimenti si perderà diritto al reddito di cittadinanza.

 

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