Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, parlando di come contenere i rincari, ha detto: “Va riscritto il metodo di calcolo delle bollette energetiche, lo stiamo facendo in queste ore”. Sulle bollette dell’energia, ha spiegato il Ministro, “c’è da mitigare l’aumento del trimestre, che c’è in tutto il mondo, e all’80% dipende dall’aumento del gas. Poi c’è da mettere in piedi un intervento più strutturale”.
“Non è questione di parole – ha dichiarato a Radio anch’io – ma del mercato. È sotto gli occhi di tutti che il gas stia aumentando in maniera costante essendo la materia prima per produrre elettricità e noi ne avremo un effetto importante sulla bolletta“. Sui tre miliardi di riduzioni degli oneri di sistema di cui si parla in queste ore, Cingolani ha evidenziato: “Quello è nell’immediato esattamente come abbiamo fatto lo scorso trimestre dove c’era già stato un aumento anche se di livello inferiore. La questione strutturale è un po’ diversa. Bisogna ragionare su come viene costruita la bolletta e qui va un po’ riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo in queste ore. Stiamo lavorando”.
Tre modi per ridurre le bollette!
Sono allo studio almeno tre strade: un intervento sull’Iva pagata dai consumatori, una misura una tantum per “scongiurare” l’aumento di ottobre o l’utilizzo di parte dei fondi per le aste dei diritti per le emissioni di CO2 . Il taglio dell’Iva è l’intervento più costoso, ma è già stato utilizzato in passato e metterebbe d’accordo molti partiti della maggioranza. Il Tesoro e il ministero della Transizione ecologica discutono sulla possibilità di portare l’Iva al 4%. In effetti oggi, per quanto riguarda le utenze domestiche l’aliquota è al 10% e al 22% per le altre ma ci sono anche molte imprese che godono dell’imposta agevolata.
Ci sono poi i fondi per le aste dei diritti per l’emissione di CO2, una misura già utilizzata per il terzo trimestre: si tratta in effetti di impiegare i proventi delle aste Ets (i diritti che le imprese pagano sostanzialmente a fronte delle emissioni di CO2) per abbassare temporaneamente gli oneri di sistema e in questo modo compensare almeno parzialmente il rialzo della componente energia. Ogni anno, la Ue assegna una quota di diritti ai Paesi membri che li mettono all’asta alle imprese più inquinanti: per legge, la metà degli incassi è destinata alle rinnovabili e potrebbe essere usata per coprire una parte degli incentivi che gli italiani pagano in bolletta per le energie verdi. Infine, tra le alternative in esame c’è anche un intervento una tantum, ancora da definire, come fatto a luglio, per ridurre in tempi rapidi gli oneri in bolletta.