Aspiranti avvocati: è rivolta contro il nuovo esame di abilitazione!

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Almeno ventiseimila giovani aspiranti avvocati sono in agitazione. Lo scorso 12 marzo la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha annunciato che il nuovo esame di abilitazione professionale consisterà in due prove orali e che non ci saranno scritti. Tuttavia le modalità, secondo gli aspiranti avvocati, sono troppo gravose, e i praticanti si ritrovano a dover fare un esame completamente nuovo.

Come spiega il sito openonline, ai praticanti avvocati viene chiesto di esaminare, nella prima prova orale, un caso pratico in appena trenta minuti, per poi esporlo alla commissione nei successivi trenta, mentre prima, i candidati avevano ben sette ore per prepararlo per iscritto. A tutti i candidati viene chiesto, inoltre, di portare all’esame sia diritto civile che diritto penale, senza considerare che i praticanti si sono specializzati in uno solo dei due, e che chi ha fatto solo diritto amministrativo, si troverà a dover studiare daccapo due materie mai affrontate sul piano pratico.

Preparare cinque materie per la seconda prova!

Oltre a ciò, i trenta giorni di distanza tra la prima e la seconda prova sono troppo pochi, considerando che le prime prove potrebbero cominciare in tempi molto ravvicinati. Per la seconda prova, che è la più difficile, viene chiesto ai candidati di prepararsi in cinque materie, oltre all’ordinamento forense e ai diritti e doveri degli avvocati. Entrambe le prove, tra l’altro, si svolgeranno da remoto, ovvero con il candidato presente nella sede d’esame insieme al segretario e con la commissione collegata a distanza, tramite video.

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