Amnistia e indulto possibili soluzioni per l’emergenza Coronavirus. L’appello di Nessuno Tocchi Caino

Carceri e misure alternative: l'appello dei Radicali per arginare l'emergenza del Coronavirus

Pochi giorni fa Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, dirigenti dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, hanno lanciato un appello affinchè il principio di prevenzione della “rarefazione sociale”, come affermato dal vice ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, volto a evitare ogni forma di aggregazione, venga applicato anche in carcere. I dirigenti dell’associazione hanno anche colto l’occasione per sottolineare l’importanza di misure quali amnistia, indulto e moratoria dell’esecuzione penale, le uniche idonee a riportare le carceri nell’alveo dello Stato di diritto, unica alternativa a tutte le emergenze, e per rivolgere quindi un nuovo appello al Parlamento ad emanare i relativi provvedimenti.

Gli obiettivi dell’associazione Nessuno Tocchi Caino.

Ricordiamo che Nessuno Tocchi Caino è un’associazione senza fine di lucro fondata a Bruxelles nel 1993, costituente il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, riconosciuta nel 2005 dal Ministero degli Esteri italiano come ONG abilitata alla cooperazione allo sviluppo. Tra gli obiettivi l’abolizione della pena di morte nel mondo, una moratoria universale delle esecuzioni stabilita dalle Nazioni Unite.

L’appello di Nessuno Tocchi Caino per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus

Secondo quanto riportato dal quotidiano il Riformista.it i dirigenti dell’associazione Nessuno Tocchi Caino si sono così espressi in merito alle possibili misure per fronteggiare l’emergenza di questi giorni, da adottare all’interno delle carceri: «Di fronte all’emergenza legata al Coronavirus in carcere e alle misure restrittive con cui la si sta affrontando, come associazione “Nessuno tocchi Caino” chiediamo che il principio di prevenzione della “rarefazione sociale”, come affermato dal vice ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, volto a evitare ogni forma di aggregazione, trovi applicazione anche in carcere». Ed hanno aggiunto: «Se si chiudono scuole o stadi per evitare che troppe persone stiano insieme, allora la principale misura da adottare anche in carcere deve essere quella di una moratoria immediata dell’esecuzione penale volta a ridurre drasticamente i numeri della popolazione carceraria con provvedimenti che potrebbero riguardare, ad esempio, i casi di detenzione per brevi pene o residui di pena da espiare».

Moratoria dell’esecuzione penale, amnistia e indulto misure idonee a riportare le carceri nell’alveo dello Stato di diritto

In chiusura il discorso dei dirigenti dell’associazione Nessuno Tocchi Caino si è focalizzato, ancora una volta, sull’importanza di misure quali amnistia, indulto, moratoria dell’esecuzione penale: «In questo momento, in Italia ci sono 8.682 detenuti che hanno un residuo pena da scontare inferiore ai 12 mesi e altri 8.146 che devono scontare pene tra 1 e due anni. Non è infatti chiudendo ai colloqui, alle attività esterne o alle misure alternative che si può fronteggiare il rischio di epidemia in carcere. Anzi, la sospensione di norme fondamentali dell’ordinamento penitenziario aggrava ulteriormente la situazione strutturale di illegalità nell’esecuzione della pena nel nostro Paese. Moratoria dell’esecuzione penale e provvedimenti come amnistia e indulto si confermano quindi essere le uniche misure idonee a riportare le carceri e la giustizia nell’alveo dello Stato di diritto, l’unica alternativa a tutte le emergenze. La crisi legata al Coronavirus conferma quanto la soluzione della costruzione di nuove carceri anziché il sistematico ricorso alle misure alternative sia assolutamente inadeguata ad affrontare i problemi legati alla recidiva».

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