Aggressioni agli operatori sanitari: le proposte della Fnopi

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Durante l’audizione alla Camera, davanti alle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali, nell’ambito dell’esame dei progetti di legge recanti “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, Cosimo Cicia, componente del Comitato centrale della Fnopi, Federazione nazionale degli ordini degli infermieri e Giovanni Grasso, presidente dell’ordine degli infermieri di Arezzo hanno illustrato le richieste della Federazione in merito al disegno di legge in oggetto.

La Federazione si è già più volte espressa sul tema della violenza sugli operatori, anche a supporto delle numerose denunce e delle iniziative via via prese dagli Ordini provinciali e si è dichiarata disponibile a dare supporto, collaborare e operare con le altre istituzioni per definire percorsi di prevenzione efficace. “Fnopi non ha intenzione di lasciare solo nessun collega. L’infermiere, come ogni professionista della salute, non è un bersaglio, non è un capro espiatorio, non è un contenitore inerme dove riversare rabbia, frustrazione e inefficienze del sistema”, viene precisato dalla Federazione, che chiede “che la legge possa essere una garanzia in questo senso”.

Le richieste della Fnopi

La Fnopi, ha riassunto in dieci punti d’intervento le proprie richieste al Legislatore. Si chiedono pene anche più severe per chi aggredisce verbalmente e fisicamente un professionista sanitario donna sul luogo di lavoro, prevedendo l’aggravante del pericolo che possono correre gli assistiti, precisando che l’inasprimento delle pene deve servire soprattutto a far sì che chi compie atti di violenza sappia sta perpetrando un reato severamente punibile.

Tra le altre richieste, la Fnopi  chiede di regolamentare l’uso dei social nei luoghi di lavoro ed il rispetto all’attività professionale per evitare commenti, furti di identità e proposte inappropriate, nonché lo snellimento delle attese stressanti in pronto soccorso, con meccanismi di smistamento alternativi a bassa intensità e gestione infermieristica per ridurre la tensione e la reattività dei pazienti, anche grazie all’applicazione dei nuovi codici già previsti per la classificazione delle urgenze.

Team per la gestione delle situazioni critiche 

Viene richiesta, inoltre, la presenza di un team addestrato a gestire situazioni critiche, in continuo contatto con le forze dell’ordine soprattutto nelle ore notturne nelle accettazioni e in emergenza. Lo stesso team “dovrà anche sensibilizzare i datori di lavoro a non “lasciar fare”, ma a rifiutare la violenza anche prevedendo sanzioni”.

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